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Essenziale Baeza

Come raccontava Federico García Lorca nel suo libro Impressioni e paesaggi, la cattedrale della Natividad de Nuestra Señora domina il paesaggio monumentale di Baeza. Il campanile della sua torre è visibile da lontano e, con un’altezza di oltre 50 metri, consente di godere di una magnifica vista sulla città e sulla valle del Guadalquivir.

Di fronte alla Chiesa di Santa Cruz sorge il Palazzo di Jabalquinto, uno dei migliori esempi di stile gotico elisabettiano o tardo gotico. Situato nel cuore del centro di Baeza, forma un trio imperdibile di monumenti insieme alla suddetta chiesa e all’edificio principale dell’antica Università.

Il convento di San Francisco è una delle opere più rappresentative del Rinascimento andaluso, ma a causa di una serie di una serie di circostanze sfortunate non è giunto integro ai nostri giorni. I terremoti del XVIII e XIX secolo, il successivo saccheggio da parte dei francesi durante l’invasione e il passare del tempo ci hanno impedito di godere appieno di tutta la sua magnificenza.

Quando questo edificio fu costruito nel 1520 per volere di Carlo I, l’idea era quella di farne la prigione della città, dato che la precedente versava in pessime condizioni. Nel 1559 fu ampliato con la Casa del Corregidor (Casa del Funzionario Reale) per garantire una maggiore sorveglianza del complesso.

Baeza è una città universitaria. Lo è stata dal XVI al XIX secolo e lo è oggi con la sede “Antonio Machado” dell’Università Internazionale dell’Andalusia. Il centro originario fu creato nel 1538 con una bolla di Papa Paolo III, ed era situato nel luogo in cui oggi si trova il Museo di Baeza. All’epoca le università spagnole erano appena una dozzina.

Ferdinando III conquistò Baeza nel 1227 diffondendo il cristianesimo nella città. Vennero costruite varie chiese in stile tardo romanico, ma oggi rimane solo la chiesa di Santa Cruz, situata nell’omonima piazza e di fronte al Palazzo di Jabalquinto e all’antica Università. La chiesa è un piccolo gioiello, uno dei simboli di Baeza, dichiarata Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 2003.

Il grande poeta spagnolo è stato uno degli abitanti illustri di Baeza. Si stabilì in città nel 1912, pochi mesi dopo la morte della sua giovane moglie Leonor, per insegnare francese al liceo situato presso l’antica Università. Machado, affranto dal dolore, si rifugiava nell’atmosfera rurale di questa città e nelle sue passeggiate in periferia, che spesso terminavano sulle vecchie mura della città o sulla strada di San Antonio.